La Storia

La Storia

Le origini di Ischia di Castro risalgono agli etruschi dei quali rimangono preziose testimonianze, ma ancora prima l’uomo preistorico visse lungo il fiume Fiora, dove sono stati rinvenuti asce di silice, punte di frecce e tanti altri oggetti.

Il periodo medievale fu determinate per Ischia: il borgo si estese sul piccolo pianoro a ridosso dell’antica rocca, dove più tardi i Farnese costruirono il loro palazzo.
Nel 1537 Paolo III Farnese costituì il Ducato di Castro affidandolo al figlio Pier Luigi, la cui capitale fu Castro. La città viene costruita secondo una precisa pianificazione urbanistica, progettata e realizzata da Antonio Sangallo il Giovane, nulla venne trascurato, dalle strade ai meravigliosi palazzi, dalle botteghe agli alberghi, un acquedotto ed un sofisticato sistema fognario.

Quando il Sangallo morì nel 1546, la città era quasi terminata, ma gli interessi dei Farnese erano cambiati.

Pier Luigi si trasferì a Piacenza dove venne ucciso due anni dopo , e suo padre Paolo III, era ormai vecchio per cui il ducato passò in mano all’altro figlio, Ottavio, che non seppe gestire il patrimonio. Tra alterne vicende i Farnese, ormai in forte contrasto con la Chiesa, tennero Castro fino al 1649, quando Innocenzo X inviò un potente esercito ed ordinò la distruzione della Città di Castro.

Questa è una terra che confina con Castro, lontano 5 miglia; confina con Farnese cui sta lontana 2 miglia ed ancora da Valentano 3 miglia circa. Questa terra è stata la prima e più antica di casa Farnese di cui ne siano nello Stato. E’ assai popolata e stanno ristretti non poco per essere piantata in un tufo…Quasi tutti sono uomini di campagna ed affaticati assai, e si aiutano a sementare… Vi è un bellissimo sangue di donne, quali per la loro liberalità cascano spesso in errori, ma poi maritate che sono, mutano natura e costumi…In detta terra poi v’è una Rocca antica, dove sta il Castellano che raccoglie il grano ed altre esigenze di V.A., ed è di buona entrata…Vi si raccolgono buonissimi vini e la maggior parte rossi. La campagna è molto ampla… Vi hanno pascolo e bandite per il loro bestiame. Sono alquanto amorevoli per i forestieri, e chi vi pratica vi prende moglie. Raccolgono legumi assai, sono scomodi di fontane, ma però vi è buona acqua. Si possono dire benestanti. Vi si festa ogni anno S. Ermete M. loro avvocato nel qual giorno vi si corre e vi si lotta il palio. Vi è un convento dei Servi fuori del borgo e vi è una chiesa intitolata alla Madonna del Giglio. Sta sotto la Diocesi di Castro e finalmente questa è una terra che dà ogni anno buonissima entrata a V.A.S…”.

Con queste parole, il cittadino castrense Benedetto Zucchi, nella sua “Informazione e cronaca della Città di Castro e di tutto lo Stato…”, relazione indirizzata al penultimo Duca di Castro, Edoardo Farnese, nel 1630, inizia a descrivere uno dei centri più importanti del Ducato: Ischia. La memoria storica che il cronista, ci ha lasciato, ci permette di affermare l’importanza del primo possedimento di Casa Farnese, all’interno del Patrimonio di San Pietro. La Castellania di Ischia, costituisce infatti, la prima ipoteca, il nucleo originale attorno al quale si formerà in seguito tramite permute, conquiste, abili azioni politiche, il Ducato di Castro.


Castro

Le rovine di Castro (secondo alcuni esperti sito dell’antica Statonia) sono situate nel territorio del comune di Ischia di Castro al confine con la Toscana, distanti da Viterbo circa 55 km in un ambiente naturale ancora integro e immerso nel silenzio.
La città di epoca medievale, fu ristrutturata e abbellita nel periodo rinascimentale dall’architetto Antonio da Sangallo il giovane su incarico della famiglia Farnese, che resse il ducato di Castro dal 1537 al 1649, anno in cui fu distrutta per ordine di Papa Innocenzo X. I resti della città sono coperti da una fitta boscaglia, ma alcuni sono ancora ben visibili nonostante l’abbandono e il continuo saccheggio a cui sono soggetti. In particolare, si possono ancora osservare gli avanzi delle imponenti opere di fortificazione, la piazza rinascimentale con la caratteristica pavimentazione a spina di pesce, e i pochi resti degli edifici circostanti; zecca, osteria, case privare, cisterne e cantine.

Nel Luglio 1997, a seguito della segnalazione di uno scavo clandestino, venne avviata la campagna di scavo di un edificio a carattere sacro identificato poi con la chiesa di Santa Maria “intus civitatem”, poi ripresa nel 2002 e recentemente conclusasi. La chiesa, prima cattedrale di Castro, risulta essere attualmente l’edificio più rappresentativo della città, per la consistenza dei resti liberati, restano in alzato i presbiterio e il transetto, per la monumentalità dell’impianto, per la qualità degli elementi architettonici e della decorazione pittorica in situ e su conci esposti presso il Museo Civico di Ischia di Castro.

Sempre nel 2002 vennero avviate le indagini nell’area del convento di San Francesco sovrastante la succitata chiesa, attualmente riprese, con risultati di grande interesse.
Visibile al visitatore anche i resti della chiesa di San Pancrazio, a navata unica, absidata e il pavimento della piazza antistante. Anche del duomo di San Savino si possono oggi ammirate i resti del sagrato, dell’intera facciata e di parte dell’interno.